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  • 23 ottobre 2014 - INTERVENTO NELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 23 OTTOBRE 2014 - Costituzione ai sensi dell´art. 34 - comma 9 dello Statuto di una Commissione di inchiesta sull´avvenuta autorizzazione al subentro della Società Gianni Versace s.p.a. nei locali in concessione alla Società Bernasconi Argenteria s.r.l. in Galleria Vittorio Emanuele II,

    INTERVENTO IN BOZZA
    SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
    DEL 23 OTTOBRE 2014

    OMISSIS

    N/165 - Costituzione ai sensi dell´art. 34 - comma 9 dello Statuto di una Commissione di inchiesta sull´avvenuta autorizzazione al subentro della Società Gianni Versace s.p.a. nei locali in concessione alla Società Bernasconi Argenteria s.r.l. in Galleria Vittorio Emanuele II, di cui alla deliberazione GC Reg. del. n. 2568/2013 del 13 dicembre 2013.


    PRESIDENTE RIZZO: Grazie consigliere Morelli. La parola al consigliere Biscardini. Prego.

    CONSIGLIERE BISCARDINI: Grazie Presidente. Prima di dire cosa farò e come voterò, voglio affrontare un problema che è istituzionale e statutario. Riguarda con molta calma l’analisi di un articolo del nostro statuto che prevede l’istituzione di Commissioni di inchiesta. Questo articolo è un rafforzativo dei poteri di controllo e di indirizzo dei poteri del Consiglio. Sta in quell’ambito e sta in quell’ambito perché – recita benissimo questo articolo – le materie sulle quali si possono avviare delle Commissioni di inchiesta sono materie di interesse comunale, nel senso larghissimo del termine. Anzi, direi che non è solo un rafforzativo dei poteri di controllo ma potrebbe essere perfino, come dicevo un attimo fa, rafforzativo dei poteri di indirizzo, perché uno potrebbe fare addirittura una Commissione di inchiesta non per negare, contrastare, contestare delibere o atti già assunti ma magari per assumerne altri non ancora trattati e discussi dal Consiglio o dalla Giunta. Contesto in via di principio che le Commissioni di inchiesta si facciano solo quando c’è odore di dolo, di illegittimità o di illegalità, come è stato detto da qualcuno, perché se questo fosse sappiamo che non è competenza del Consiglio comunale indagare le responsabilità del dolo e capire la fattispecie del dolo commesso. Mi sono avvicinato un attimo fa al consigliere De Corato per chiedergli esplicitamente una questione, cioè quando alcuni Consiglieri, nostri colleghi, hanno deciso di raccogliere le firme per presentare una Commissione come questa e – abbiamo verificato le date del deposito di questa richiesta e dell’arrivo del parere della Corte dei Conti – abbiamo visto che c’è una sostanziale coincidenza, ma prendo per buona la frase che a me ha detto il consigliere De Corato un attimo fa, cioè che questa richiesta di Commissione l’avrebbero fatta ugualmente, anche prima, perché avevano informazioni che sono tutte indipendenti dal parere della Corte dei Conti. Ho fatto questa cornice perché se non collochiamo questa cosa nelle competenze proprie del Consiglio e ci infiliamo esclusivamente sul terreno giudiziario o della ricerca del colpevole una volta che magari il reato è già commesso, ci diamo un ruolo che non ci compete e che probabilmente lo statuto non prevedeva. Io credo che abbia fatto un errore il centrodestra a strumentalizzare molto questa questione facendo diventare una questione politica e quindi togliendo quella dimensione dell’attività di controllo o di indirizzo che è intrinseca nell’articolo che stiamo discutendo, quasi a dire che adesso facciamo la guerra tra i banchi delle opposizioni e i banchi della maggioranza. Forse il tempo, che questa volta non condivido, che il consigliere De Corato denuncia essere stato troppo lungo rispetto alla risposta alla loro richiesta, devo dire che è un tempo cha ha giocato a loro favore perché se fosse stata accolta immediatamente e la Commissione di inchiesta si fosse fatta subito non saremmo arrivati qui a un dibattito che assume i connotati di un dibattito politico, quindi molto diverso dallo spirito col quale le Commissioni di inchiesta vengono e sono proposte nel nostro statuto. Credo d’altra parte che forse la maggioranza è caduta nel tranello, a fronte di una strumentalizzazione politica della destra intorno a questa vicenda, che peraltro non mi pare la questione principale – credo che l’opposizione possa avere mille altri motivi, anche più corposi dal punto di vista politico, sociale ed economico, per fare una guerra alla maggioranza – addirittura lasciando intendere che il voto di oggi assume un significato di fiducia della maggioranza nei confronti della Giunta oppure no. Si carica un articolo che potrebbe essere interpretato, come aveva detto il consigliere Cappato nella scorsa seduta, come un articolo quasi ordinatorio (raccolte venti firme è costituita la Commissione), lo si è caricato col passare dei mesi come se diventasse il vulnus per uno scontro politico titanico, che secondo me titanico non è, tra la maggiorana e la minoranza di questo Consiglio comunale. Ancorché improprio chiedere che il Consiglio comunale si esprima nei termini di una fiducia, perché è uno strumento che non appartiene ai poteri del Consiglio comunale (non esiste il Presidente del Consiglio che pone la fiducia) questo voto - lo capiscono tutti e lo capisce benissimo la stampa - sta assumendo questo significato. Io mi sono posto il problema di come sottrarmi a questa logica, perché non voglio, con il mio voto, creare un precedente, cioè il fatto che tutte le Commissioni d’inchiesta che vengono poste assumono il significato di voto di fiducia alla Giunta, in questo caso al Sindaco, ma bisogna, con un po’ di senso di responsabilità, ritornare nell’ambito e quindi dicevo al primo punto, cioè nel significato statutario che questo Articolo 34 pone e dà come possibilità al Consiglio di intervenire con Commissioni d’inchiesta o d’indagine.
    Concludo. La cosa non ha preso una bellissima piega, perché se ogni volta che c’è una Commissione d’inchiesta da fare dobbiamo fare un processo alla Giunta o dobbiamo sottoporci alla logica a cui quotidianamente il Parlamento è stato posto, di dare la fiducia al Governo, non se ne esce più, i poteri di controllo, di indirizzo, addirittura di proposta del Consiglio vengono in qualche modo limitati, ancorché per esempio io come ho fatto, ma non ne discuto adesso, ho chiesto di costituire una commissione d’inchiesta, appena pongo una questione di questa natura dovrei sentirmi automaticamente fuori da questa maggioranza, e così non è. Io avrei preferito che la commissione fosse fatta subito, togliendo tutto questo alone di scontro politico che si è costruito intorno, avesse preso il via senza tanti clamori, questa sarebbe stata la cosa migliore e avremmo evitato due errori, una di politicità della questione e quello di impedire ai dei Consiglieri di fare una commissione d’inchiesta, quindi nel merito non potremo entrarci. Siccome faccio politica e qui stiamo facendo politica, la questione è diventata politica, non voglio lasciare il minimo dubbio sull’appartenenza mia politica a questa maggioranza, non voglio lasciare il minimo dubbio e non è giusto se con un voto in qualche modo si darebbe una valenza sproporzionata alla questione che abbiamo davanti. Non vorrei – ad esempio – che con questo mio voto ci fosse una rottura della coalizione, già sono considerato ribelle quando parlo, figuriamoci se votassi in un certo modo. Non voglio dare spazio a cattive interpretazioni, ma credo invece – ritornando allo spirito originario – che si possa in questo caso fare quello che ritengo giusto fare, cioè sia assolutamente corretto dare un voto di astensione, perché il voto di astensione potrebbe favorire la costituzione di una commissione senza lacerazioni, senza riportare il tema della discussione fuori dall’ambito in cui è e invece riportarci tutti nella lacerazione fra un punto di maggioranza e un voto di opposizione.
    Io mi asterrò ritenendo questo come un voto giusto per non dare quel valore sproporzionato che secondo me la vicenda politica ha fatto assumere a questa vicenda.

    PRESIDENTE RIZZO: Grazie consigliere Biscardini.

    OMISSIS

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