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  • 15 maggio 2014 - INTERVENTO SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 15 MAGGIO 2014

    INTERVENTO SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
    DEL 15 MAGGIO 2014

    omissis

    N/170 - Rendiconto della gestione per l´esercizio 2013. cc 12.5.14 assessore Balzani illustra

    Il Presidente Rizzo così interviene:
    “Il Presidente è personalmente convinto che sia una richiesta ragionevole, però non posso imporre a nessuno di intervenire. Consigliere Biscardini, prego”.
    Il consigliere Biscardini così interviene:
    “Se questo può servire a rendere normale la discussione su questo provvedimento e risolvere un problema che la Minoranza ha posto, intervengo volentieri anche se la procedura dovrebbe essere quella che se uno non interviene è perché rinuncia ad intervenire.
    Avrei voluto anch’io parlare all’assessore Balzani, però la presenza del Vicesindaco è senz’altro una presenza importante perché riprendo alcuni argomenti, affrontati anche in Commissione, prendendo un po’ a pretesto il tema di questa delibera per affrontare questioni che attengono al bilancio, cercando di porre alcune questioni strategiche e per verificare se ci sono i tempi, da qui a due anni, perché questa strategia sia più evidente, più chiara.
    Io ho fatto in questi anni alcune domande agli assessori al bilancio e devo dire che ho avuto pochissime risposte e men che meno risposte che mi dicano dove andiamo a finire. Pongo queste tre questioni; la prima: da anni sono convinto che il nostro Comune soffre di una carenza di attenzione sui temi dell’organizzazione della macchina comunale, cioè sono convinto che una diversa politica dei servizi sia possibile e connessa a questa riorganizzazione sia possibile una politica di spending review. Non fare dall’alto una politica che richiede un processo di partecipazione con i dipendenti, con le forze politiche, ma in qualche modo una politica che ci faccia capire che quello che si sta facendo oggi ha uno sbocco attendibile per il domani.
    Non vorrei che tutta la discussione, sempre sul bilancio, fosse una questione contabile, come mi sembra essere, poco politica. Se dovessi essere sintetico mi porrei il problema: ma esiste un piano del Comune di Milano, fatto di numeri, di strategie, di proposte concrete di efficientamento, di proposte di riorganizzazione, di politica del personale? Continuo a chiedere questa cosa, la risposta più garbata e comprensibile che mi viene data di solito è che non si fa dall’oggi col domani. Siccome noi non possiamo cambiare la legge elettorale e stare in carica dieci anni anziché cinque, noi dobbiamo dare le risposte nel quinquennio che abbiamo a disposizione.
    Quindi ho detto già all’assessore di avere la sensazione che bisogna (incomprensibile), che noi ci si muova sul tema riorganizzazione e spending review tendenzialmente in una logica di trascinamento dei bilanci pregressi, non c’è svolta.
    La struttura operativa della nostra Amministrazione comunale è una struttura statica, ferma da molti anni. Quando posi all’assessore Tabacci una questione molto limitata, che riguardava il tema del contrasto da parte del Comune all’evasione fiscale, adottammo in Consiglio un ordine del giorno nel quale si tentava di individuare l’obiettivo della lotta all’evasione fiscale con il contemporaneo obiettivo della costituzione di un ufficio che fosse task-force, ma che fosse capace di leggere subito il processo riorganizzazione, quindi non spending review, ma una voce importante di entrate del bilancio.
    Dopo due anni di questa questione posta ottengo la stessa risposta, non è facile farlo dall’oggi col domani, la struttura è quella che è, i tempi sono quelli che sono. Allora mi viene da fare una domanda che è tutta politica: ma quest’Amministrazione ci crede o non ci crede all’impegno concreto nella lotta all’evasione fiscale? La risposta che la struttura è quella che è e i tempi sono quelli che sono non può essere una risposta sufficiente, è un’altra risposta di tipo contabile.
    Allora siccome il recupero delle risorse accertate dalla nostra Amministrazione sono ancora a dei livelli bassissimi, dico che abbiamo due anni davanti per rimediare. L’altro giorno in Commissione l’assessore mi risponde che siamo il primo Comune d’Italia che incassa rispetto a questa voce di recupero di evasione fiscale e io l’ho detto a Tabacci, l’ho detto l’hanno scorso, lo ridico quest’anno, i dati li sappiamo leggere tutti, può essere vero che il Comune di Milano è quello che incassa di più, ma se faccio un rapporto proporzionale solo con la popolazione del Comune di Milano, è uno degli ultimi Comuni d’Italia per intervento efficace nel contrasto all’evasione fiscale.
    La terza questione; ogni volta che si discute il bilancio c’è un’idem sentire che io non condivido, secondo il quale il nostro bilancio è in difficoltà a causa della partita dei trasporti e della sua incidenza nel nostro bilancio comunale. Il Comune, il Sindaco prima di tutto, ma noi dobbiamo fare un po’ di chiarezza, non basta drammatizzare sul capitolo di spesa, bisogna dire: ma fare investimenti nel settore dei trasporti è giusto o non è giusto? Diversamente non ci si crede e allora faccio un’altra domanda: ma se stiamo criminalizzando il comparto del trasporto pubblico qual è il modello di mobilità che vogliamo realizzare in questa città? Ci sono solo tre alternative: andare a piedi, andare in bicicletta o andare in macchina.
    Se vogliamo andare con i mezzi pubblici bisogna avere il coraggio di dire che vogliamo il potenziamento del trasporto pubblico e che non è uno scandalo il fatto che ci siano delle voci di bilancio consistenti nel settore dei trasporti.
    A questo punto mi viene il dubbio di essere in una coalizione che ha concezioni della politica diverse. Nella risposta dell’assessore Balzani al dibattito della settimana scorsa, l’assessore Balzani dice, parlando di tasse, rispondendo alla Minoranza, dice: “Ma c’è una tassa, la più insidiosa, questa tassa è il debito. La pagano i nostri figli, la paga il futuro ed è una tassa invisibile, non viene varata con un procedimento democratico.
    Allora mi permetto di dire che il debito non è una tassa, il debito è il debito e bisogna capire perché è stato contratto, perché se è stato contratto per realizzare un servizio che viene ritenuto utile non può essere criminalizzato come il debito. Ci sono molti altri debiti, probabilmente, che possono essere criminalizzati e di cui eccepire.
    Il debito non è un peccato, non è un peccato che l’Amministrazione pubblica faccia il debito, dipende per che cosa lo fa e dipende in che direzione si muove nella contrattazione di quel contratto perché se il contratto è oneroso e impropriamente oneroso allora si discute quel tipo di contratto, ma non la giustezza o la bontà del debito.
    Dico questa cosa perché io sono profondamente convinto che se l’Amministrazione comunale ha deciso di investire nei trasporti, pagando oggi e per il futuro, per le future generazioni, questo è un comportamento virtuoso, non vizioso, come sembrerebbe essere emerso nella redazione dell’assessore.
    Il problema è quello di capire come sono i controlli, ma soprattutto non è vero che i debiti contratti sono contratti fuori da un procedimento democratico perché vengono prese delle decisioni in quest’Aula con altrettanto procedimento democratico, come vengono assunte le decisioni in quest’Aula in tutta l’approvazione generale del bilancio.
    Dico questa cosa perché incomincio ad essere colpito da una logica che rimette in discussione una tradizione della politica della buona Amministrazione, che faceva dell’investimento pubblico un dato virtuoso, soprattutto se questo andava nella direzione di garantire ai cittadini migliori servizi, più servizi a minori costi individuali. Questo è l’esempio tipico della questione dei trasporti.
    Tre questioni ho posto: riorganizzazione e spending review, lotta e contrasto all’evasione fiscale, politica degli investimenti e quindi delle politiche in conto capitale che si realizzano attraverso la contrazione di debiti o di prestiti. Io credo che su queste tre questioni bisogna dare delle risposte politiche, non contabili. Non basta dire che sono tre cose complesse, le risolveremo con il tempo, il tempo che abbiamo è quello che c’è dato dal voto che abbiamo ottenuto dagli elettori, altro tempo non ce n’è”.
    Il Presidente Rizzo così interviene:
    “Grazie, consigliere Biscardini”.
    omissis

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