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  • 20 febbraio 2014 - INTERVENTO SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE

    INTERVENTO SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
    DEL 20 FEBBRAIO 2014

    Omissis
    DIBATTITO SUL TEMA: ”INDIRIZZI STRATEGICI DELLA GIUNTA SULLE SOCIETA´ PARTECIPATE DEL COMUNE DI MILANO”.
    Il Presidente Rizzo così interviene:
    “Grazie. Consigliere De Lisi si è ritirato, quindi consigliere Biscardini, prego”.
    Il consigliere Biscardini così interviene:
    “Grazie Presidente. Poche considerazioni di ordine generale, partendo dallo stato dell’arte di una situazione che comunque non è semplice.
    Ho apprezzato la relazione del Sindaco perché ha affrontato un tema che reputo complesso e difficile con grande realismo e con spirito riformista, non ideologico. Il tema non è la privatizzazione delle partecipazioni pubbliche, non è questa la questione, semmai la questione è quale ruolo può svolgere l’Amministrazione comunale di fronte a società partecipate che agiscono nei loro ambiti, quasi sempre in regime di monopolio.
    Questo un tema che metto alla vostra attenzione perché da quando le aziende partecipate non sono più municipalizzate e da quando non sono più società speciali, ma sono diventate S.p.A. che agiscono in condizioni di monopolio, il vero problema è la potenza di queste S.p.A. nei confronti del potere politico e quindi del potere dell’Amministrazione comunale.
    Sapete bene che i consiglieri comunali si lamentano che molto spesso non ottengono dagli amministratori delle aziende partecipate le informazioni richieste, ma nemmeno il Sindaco è in condizioni di chiedere neppure gli atti dei consigli di amministrazione. Può guardare i bilanci di queste società, ma volendo, queste società hanno una forza di “cattura” che non consente al regolatore di svolgere la sua funzione di controllo.
    Faccio due esempi e pochissime considerazioni. Il caso dell’ATM è un caso di specie da questo punto di vista. Sono convinto che ATM agisca con un potere molto sovraordinato rispetto a quello dell’Amministrazione comunale stessa e ciò indipendentemente dal fatto che abbia un Presidente o un direttore generale tra loro separati. Il vero potere del regolatore, la vera arma di negoziazione, al di là delle scelte strategiche è decidere se dare in mano oppure no alla propria azienda diventata S.p.A., non più municipalizzata, alcuni tipi di servizi che oggi agisce in condizioni di monopolio. Servizi per certi versi estranei alla funzione principale della gestione dei servizi di trasporto. Se si decidesse in tal senso, bisognerebbe negoziare con ATM (che peraltro dovrebbe dimostrare di saper vincere le gare di trasporto in un regime di vera concorrenza) le condizioni per la gestione di alcuni servizi, decidendo, per esempio, se necessario di togliere ad ATM attività e servizi quando non si è sicuri che queste attività vengano esercite nell’interesse generale dei cittadini.
    Non sono così convinto, ad esempio, che debba essere lasciata all’ATM la gestione dei parcheggi e delle strisce blu, la gestione dell’incasso della pubblicità, la gestione degli ausiliari della sosta. Il tema vero che abbiamo di fronte riguarda il nostro comportamento di fronte ad una società nostra che agisce in condizioni di monopolio e che in qualche modo esercita questo servizio per come la legge glielo consente, con un potere strabordante rispetto a quello del proprietario. Cosicché l’unico elemento di contrattazione che il Comune dispone è quello di mettere questa società in competizione con altre, al fine di evitare che gli vengano assegnati impropriamente dei servizi a costi non competitivi.
    Sul caso SEA, venti anni fa proposi all’allora Giunta della Regione di entrare nel capitale di questa società. Se allora il controllo del sistema aeroportuale lombardo aveva una logica, oggi sono più convinto che la questione sia ancora di attualità. Gli aeroporti contrariamente a quello che si dice, non sono un monopolio naturale del trasporto aereo, non gestiscono niente, la SEA gestisce i servizi a terra dei propri aeroporti, ma non ha nessun vero potere sul controllo del traffico aereo. Da questo punto di vista, l’indicazione politica, data dal Sindaco è assolutamente condivisibile, mi riferisco alla possibilità di riuscire ad introdurre degli elementi di liberalizzazioni degli slot, ma non solo in occasione di EXPO, anche prima e anche dopo. Ciò porta a dire che il ruolo politico del Comune in questa fase dovrebbe essere quello di rivendicare al Governo per gli aeroporti milanesi una sorta di “open sky”. Una vera liberalizzazione che aumenterebbe la competitività e favorirebbe lo sviluppo del traffico aereo dei nostri aeroporti, oggi sostanzialmente impedito dal Governo. Non è la partecipazione o meno della Regione Lombardia a far cambiare il quadro della capacità di sviluppo del nostro trasporto aereo. Anzi.
    Faccio questo intervento a titolo personale per dire che ho letto con grande attenzione le dichiarazioni del professor Mingardi, quando prospetta nella sostanza due SEA, una di Linate e una di Malpensa fra loro in competizione o una SEA con due rami di azienda fra loro diversi. Questo perché la competizione non è sul terreno del trasporto aereo (quello si attrae con altri mezzi), ma è sui servizi di terra.
    Insomma, a distanza di anni potremmo dire che una gestione unitaria di Malpensa e Linate, anche a fronte di ciò che avviene nel resto del mondo, ed il fatto che siano gestiti da un unico concessionario è solo un caso sfortunato. E una SEA che opera in regime di monopolio rischia di strozzare le compagnie con tariffe troppo alte.
    Facendo un salto dalle aziende che operano nel sistema infrastrutturale dico invece che, per esempio, per Milano Ristorazione, se volessimo ragionare seriamente affrontando l’attuale momento di crisi economica, dovremmo capire se ci sono margini per una sua attività espansiva nel settore dell’assistenza sociale. Si può per esempio estendere il servizio di ristorazione garantendo pasti a basso costo per cittadini indigenti? Andando ben oltre il livello delle attività che oggi svolge Milano Ristorazione?
    Il dibattito che abbiamo appena avviato è certamente di grande interesse, ma ha bisogno di essere sviluppato con maggiore creatività.
    Concordo con lo spirito delle cose dette dal Sindaco Pisapia, con l’eccezione di un unico punto. Non mi convince l’enfasi con la quale da qualche tempo in qua si fa riferimento alle potenzialità demiurgiche della nascente (se nascerà) città metropolitana. Non solo quando si prospetta l’estensione della città metropolitana fino a Malpensa per contenere i servizi aeroportuali. Ma più in generale, riferendosi a servizi diversi, quando si vorrebbe organizzare servizi all’interno di uno stesso perimetro metropolitano. È facilmente comprensibile quanto sia impossibile riportare la gestione di servizi differenti all’interno di uno stesso ambito. Ci sono servizi come quelli dei trasporti che sono inevitabilmente di livello regionale (anche per questo concordo con chi sostiene che bisogna evitare la fusione di ATM con Trenord, al di là della necessaria integrazione di orari e di tariffe). Ci sono altri servizi, come Milano Ristorazione, totalmente urbani che sono del tutto indifferenti alla nascita o meno di una “città metropolitana” più grande.
    Quindi, il tema oggi sul tavolo, al di là di tutto, è il rapporto fra la proprietà di società monopolistiche in capo al Comune e la reale capacità di controllo e il potere regolatore della Amministrazione Comunale. Ben sapendo che ormai le leggi balorde dell’ultimo ventennio, sono più forti di noi”.
    Il Presidente Rizzo così interviene:
    “Grazie consigliere Biscardini”.
    omissis

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