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  • 16 maggio 2013 - Deliberazione N/116 - Proposta di deliberazione di iniziativa popolare: ”In materia di prevenzione, contrasto ed assistenza alle vittime di discriminazione e per la promozione di pari opportunità per tutti”.

    Il Presidente Rizzo così interviene:
    “Grazie, consigliera Sonego. La parola al consigliere Biscardini, prego”.
    Il consigliere Biscardini così interviene:
    “Grazie, Presidente. Poche considerazioni, pochi minuti per un intervento su questa delibera, sottolineando alcuni aspetti politici che già in parte sono stati trattati da altri Consiglieri che mi hanno preceduto. La prima considerazione è proprio quella della partecipazione popolare. A me sembra significativo che questa delibera provenga da un’iniziativa di partecipazione popolare, quindi da una proposta di delibera di iniziativa popolare, che in qualche modo rafforza l’idea che i cittadini possono intervenire sull’attività di questo Consiglio. Di solito i cittadini non attivano procedimenti di questa natura, spesso perché non sono sicuri che questi procedimenti vanno poi in porto, non lo dico riferito solo al Consiglio Comunale di Milano, non parliamo del Parlamento, dove giacciono migliaia e migliaia di progetti di legge di iniziativa popolare che non vengono mai discussi, nelle costituzioni non ci sono i termini, qui c’è da noi un termine, ma il dato significativo è che questa volta un provvedimento di questo genere arriva in Aula. Questa è la prima considerazione, che reputo molto interessante e molto positiva, cioè la partecipazione non è parlare e fare le cose, è incidere concretamente.
    Seconda considerazione. Questa delibera è stata discussa attivamente dalle Commissioni, o meglio dalle Commissioni congiunte, trovando secondo me, per le riunioni a cui ho partecipato, uno spirito costruttivo da parte della maggioranza, da parte dei Consiglieri che vi hanno partecipato. Ritengo questo altrettanto positivo perché è un segno di riconoscimento dell’importanza che i Consiglieri nelle Commissioni hanno attribuito a questo provvedimento e all’iniziativa popolare. Anche questo lo considero un fatto politicamente significativo, non c’è stata svogliatezza, siccome lo hanno fatto quelli chi se ne importa, no, al contrario, siccome viene da un’iniziativa popolare c’è stata partecipazione.
    Una discussione su una materia relativamente delicata che ha visto invece una partecipazione fatta con il buonsenso, anche gli emendamenti di oggi, l’emendamento firmato da me, dalla consigliera D’Amico e da altri, l’emendamento del consigliere Fanzago, dimostrano che non c’è stata, e questo mi sembra molto importante sottolineare, una divisione ideologica sull’argomento. C’è stato un atteggiamento costruttivo, partendo dall’osservazione che veniva dalla Segreteria Generale, per affrontare il nodo posto soprattutto dalla Segreteria Generale dandogli uno sbocco positivo.
    Per la verità oggi in Aula, si vede che l’Aula aizza gli animi più che le Commissioni, ci sono stati dei toni un po’ fuori luogo, infatti ha fatto benissimo la consigliera Sonego a notare che intervenire contro le discriminazioni sia inutile e dannoso, mi sembra un esercizio per certi versi gratuito o semplicistico da essere lui stesso inutile e dannoso. L’argomento adesso è questo, cosa fare e come fare. Io credo che noi stiamo intervenendo su un argomento che è previsto dall’articolo 1 dello Statuto del Comune di Milano. Sono un maniaco, lo facevo in Regione, l’ho fatto in Senato, mi piace capire le rispondenze con gli atti fondamentali, con le leggi fondamentali. Quante volte andiamo in Piazza a dire che la Costituzione italiana non è applicata? Se facessimo l’esercizio di capire quante volte lo Statuto del Comune di Milano non è applicato, non sarebbe male. Questa volta stiamo applicando una norma dell’Articolo 1 dello Statuto del Comune di Milano, quindi dire che questa roba è inutile e dannosa, oppure che è un di più, un superfluo, è sbagliato, perché è un atto – quello che facciamo – che si incardina nella legge fondamentale, o meglio nel regolamento fondamentale del nostro Consiglio comunale. C’è un complesso di questioni di carattere politico che fanno assumere a questo provvedimento, oltre naturalmente il tema in sé della lotta alle discriminazioni e quindi alla capacità che anche un Comune possa fare da capofila in qualche modo, non di essere il fanalino di coda ma il faro anteriore di una battaglia che va condotta, io credo che sia un fatto positivo.
    Perdere qualche ora del nostro dibattito invece che inutili discussioni intorno ad un tema di questa natura mi sembra assolutamente meritorio, mi auguro che la stampa se ne renda conto, certo non ci stiamo dilaniando sull’AMSA, sulla SEA, su tante cose per carità importantissime, ma è ugualmente importante, segno di civiltà, di responsabilità, forse persino come diceva la consigliera D’Amico di progresso economico il fatto che battaglie di libertà e le lotte contro ogni forma di discriminazione, di sesso, di razza, di religione, di genere è assolutamente importante. Io valuto quindi un provvedimento che sembra piccolo, ma spesso i provvedimenti piccoli hanno grandi significati”.

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