Mondoperaio
Associazione Riaprire i Navigli



  • 05 luglio 2005 - Atto n. 3-02187 - Presenza di metalli pesanti in prodotti ortofrutticoli

    Seduta n. 834

    BISCARDINI , LABELLARTE - Al Ministro della salute. -
    Premesso che:

    come rilevato nei mesi scorsi dalla stampa, da un´indagine ripetuta a distanza di due anni, in alcuni punti vendita (negozi con merce esposta sulla strada e supermercati), situati in diversi quartieri di Milano, si è appurata una presenza consistente di metalli pesanti in alcuni prodotti ortofrutticoli;

    tali contaminanti sarebbero stati presenti in una misura tale da poter mettere in pericolo la salute dei cittadini;

    risulta mancante nel nostro ordinamento una normativa cogente che indichi quale sia la quantità massima di metalli pesanti ammissibili nei prodotti ortofrutticoli senza che essi procurino un rischio per la salute dei cittadini, pur essendo considerati dannosi se presenti in altri alimenti;

    tale lacuna normativa non è in alcun modo giustificata considerato che sono disponibili, da parte della comunità scientifica, studi dettagliati con l´individuazione di tali limiti e che dimostrano il nesso causale tra l´inconsapevole assunzione di metalli pesanti, mediante il consumo giornaliero di alimenti, e l´insorgenza di patologie gravi per la salute;

    non risulterebbero effettuate da parte delle strutture ispettive preposte al controllo indagini riguardanti la quantità dei metalli pesanti presenti nei prodotti ortofrutticoli, né, ad oggi, si è compreso la causa di queste presenze (per esempio mercurio nelle mele biologiche),

    si chiede di sapere:

    se attraverso i controlli effettuati dalle ASL, ed in particolare dal Servizio Igiene alimenti e della nutrizione, risultino contaminati da metalli pesanti i prodotti ortofrutticoli e in quale misura;

    se il Governo intenda determinare la misura massima ammissibile affinché tali quantità di contaminanti non possano essere considerati dannosi per la salute;

    quali iniziative si intenda assumere per garantire la tutela della salute dei cittadini, continuamente messa in pericolo da adulterazioni e truffe alimentari, che non può essere esclusivamente affidata alla buona coscienza dei produttori e dei venditori degli alimenti.

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