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Associazione Riaprire i Navigli



  • 16 febbraio 2005 - Atto n. 3-01966 - Contro i virulenti attacchi alla magistratura

    - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -
    Premesso che:

    in questi giorni si è assistito ad una serie di virulenti attacchi condotti da esponenti della maggioranza di Governo investiti di ruoli istituzionali nei confronti della magistratura, culminati con il comizio di Verona del Ministro per le riforme istituzionali, scagliatosi per l’ennesima volta contro il procuratore della Repubblica Guido Papalia;

    le recenti vicende giudiziarie di Milano - con la scarcerazione di presunti terroristi appartenenti all’area dell’integralismo islamico – e di Lecco, con la scarcerazione, conseguente all’applicazione della sospensione della condanna inflitta alle rom accusate di aver tentato di sottrarre un bambino alla propria madre, sono state sfruttate, a torto, da chi ha interesse a delegittimare di fronte all’opinione pubblica un´intera categoria di impiegati pubblici;

    lungi dal rappresentare il legittimo esercizio del diritto di critica, le considerazioni espresse ancor prima di conoscere le motivazioni tecniche dei singoli provvedimenti giurisdizionali da esponenti, nazionali, regionali e locali di altissimo rilievo della Casa delle libertà altro non rappresentano, a parere degli interroganti, che la mancanza di cultura istituzionale e di sensibilità democratica da parte dell´attuale classe dirigente italiana;

    anche il Ministro guardasigilli, sen. Castelli, nella convinzione di interpretare quello che egli stesso ha definito “il sentire popolare” – di cui egli, a quanto par di capire, sarebbe unico interprete – ha ritenuto di doversi distinguere nella rincorsa alla caccia al magistrato, inviando immediatamente un´ispezione al Tribunale di Milano volta a perseguire non si comprende quale violazione disciplinare;

    considerato altresì che è di questi giorni la notizia della aggressione, perpetrata dal padre di un minore, ai danni di una giudice del Tribunale per i minorenni di Genova in procinto di iniziare le udienze,

    si chiede di conoscere:

    se il Presidente del Consiglio concordi con le iniziative e le considerazioni espresse dal Ministro della giustizia e se non ritenga auspicabile, proprio per la funzione ed il ruolo ricoperti, che il sen. Castelli usi la massima cautela nel commentare sentenze ed assumere iniziative, quali quelle dell’invio di ispettori, che nulla hanno a che vedere con i compiti al medesimo assegnati dall’articolo 107 della Costituzione;

    se non ritenga altresì che la quotidiana opera di delegittimazione del lavoro dei magistrati condotta da esponenti di Governo possa provocare tra i cittadini un sentimento di ostilità che sia alla base degli episodi di violenza come ad esempio quella subita dalla dott.ssa Besio del Tribunale per i minorenni di Genova, alla quale evidentemente non è stata neppure garantita l’incolumità fisica nello svolgimento del proprio lavoro, questo sì compito di un Ministro della giustizia attento alle proprie prerogative ma anche ai propri obblighi.

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