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  • 17 marzo 2005 - Intervento in Aseembla sulle vicende riguardanti gli accessi al sistema anagrafico informatico del Comune di Roma

    BISCARDINI (Misto-SDI-US). Giudica insufficiente la risposta del Sottosegretario. Le irregolarità nella raccolta delle firme per la sottoscrizione delle liste elettorali sono certamente un fatto grave che ripropone la necessità di rivedere un meccanismo adottato per evitare la proliferazione delle liste ma che si traduce in devastanti invasioni della sfera della privacy dei cittadini senza offrire alcuna garanzia di democraticità. Ma altrettanto grave è che una società pubblica della Regione Lazio effettui verifiche, sulla base di informazioni preventive, violando l´anagrafe del Comune di Roma. Se venisse accertato che le informazioni hanno avuto per oggetto proprio i nominativi contenuti nelle liste la cui veridicità è all’attenzione dell´autorità giudiziaria, la situazione sarebbe inquietante poiché visto che analoga verifica non è stata effettuata nelle altre Regioni da società simili, è chiaro che soltanto la Laziomatica era preventivamente a conoscenza delle anomalie nelle sottoscrizioni della lista Alleanza sociale. Occorre dissipare ogni dubbio sulla regolarità nelle prossime elezioni regionali. (Applausi dal Gruppo DS-U e dei senatori Battisti, Dato, De Petris e Malabarba).


    Signor Presidente, anch’io voglio sottolineare l’inadeguatezza della risposta che proviene oggi dal Governo su un tema così inquietante, che ha guadagnato le prime pagine di tutte le testate nazionali in questi giorni e che certamente mette in discussione il livello di tenuta delle nostre istituzioni a garanzia delle regole democratiche del Paese.

    Siamo di fronte ad un fatto grave che riguarda il caso di chi raccoglie in modo irregolare le firme per la presentazione delle liste, ma che è altresì inquietante per il fatto che, come è stato ricordato, c’è nel Lazio una società pubblica, che si chiama Laziomatica, la quale, sulla base di informazioni di cui probabilmente disponeva in modo preventivo e preordinato, è andata ad intercettare attraverso delle transazioni (si dice che siano state 2.000) dalle proprie postazioni certi nominativi ed è entrata in modo irregolare nell’anagrafe del Comune di Roma.

    La prima domanda cui il Governo dovrebbe rispondere riguarda il perché qualcuno abbia violato l’anagrafe del Comune di Roma. La domanda riguarda la sussistenza, come dicono i giornali ma dovrebbe confermarcelo il Governo, di una corrispondenza tra le persone che risultano aver dato in modo irregolare il loro nome e la loro firma per la presentazione di una lista e le intercettazioni della società Laziomatica.

    Peraltro, più in generale - ed è la cosa più inquietante - il cittadino si domanda: se in tutta Italia vi fossero state società come Laziomatica, a conoscenza della regolarità o non irregolarità delle firme presentate per le liste elettorali, queste sarebbero state probabilmente all’opera? Ciò non è avvenuto perché probabilmente solo a Roma la società Laziomatica era in condizioni di sapere che in quella lista c’erano firme e nomi irregolari. Questo è l’aspetto drammatico della vicenda.

    Il Sottosegretario ha evidenziato la necessità di compiere al riguardo un esame parlamentare; tutto bene, ma a posteriori, cioè per quello che verrà dopo. Oggi abbiamo però il dovere di sapere se le elezioni del 3-4 aprile a Roma si svolgeranno in modo regolare, se i cittadini saranno garantiti da uno svolgimento delle consultazioni elettorali che in qualche modo li possa tutelare.

    Ultima raccomandazione. Non dimentichiamoci che la raccolta delle firme era stata voluta dalla legge per evitare la proliferazione delle liste. Ammesso che questo principio generale sia giusto, si sta verificando il fatto che, probabilmente un po’ per buonismo, un po’ per democrazia, tutti sono disposti a veder partecipare più liste alla competizione elettorale. Ciò non è avvenuto solo a Roma; è sempre avvenuto, infatti, che alcuni partiti chiedessero ad altri di aiutarli nella raccolta - naturalmente regolare - delle firme.

    Questo mette in discussione l’impianto della stessa legge, perché probabilmente abbiamo introdotto con la legge sulla raccolta delle firme una procedura che si sta dimostrando devastante rispetto al vecchio metodo di presentazione automatica delle liste da parte dei partiti o dei Gruppi presenti nei Consigli regionali (quando si tratta di elezioni regionali) e in Parlamento (quando si tratta di elezioni parlamentari).

    Bisogna prestare attenzione, in quanto si sta invadendo lo spazio della privacy piuttosto che garantire la democrazia e le regole delle elezioni nel nostro Paese. (Applausi dal Gruppo DS-U e dei senatori Battisti, Dato, De Petris e Malabarba).

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