Mondoperaio
Associazione Riaprire i Navigli



  • 13 dicembre 2005 - Atto n. 3-02390 - Chiusura della Donora di Cortenuova (Bergamo)

    Seduta n. 919

    PAGLIARULO , MARINO , MUZIO , MACONI , PIZZINATO , RIPAMONTI , MALABARBA , BISCARDINI - Ai Ministri delle attività produttive e del lavoro e delle politiche sociali. -
    Premesso:

    che lo stabilimento ”Donora” del gruppo Candy, a Cortenuova (Bergamo) occupa attualmente 380 dipendenti;

    che tale stabilimento, per volontà della proprietà, dovrebbe chiudere nel giro di alcuni mesi ai fini della delocalizzazione della produzione all´estero, presumibilmente nella Repubblica Ceca;

    che l´intenzione di chiudere lo stabilimento di Cortenuova è stata comunicata dalla proprietà ai sindacati di categoria a fine novembre scorso presso la sede dell´Assindustriali di Monza;

    che 185 addetti sui 380 sono già stati dichiarati in esubero;

    che i lavoratori hanno dato vita ad alcune iniziative di lotta e di sensibilizzazione, fra le quali un´assemblea pubblica che si è svolta il 5 dicembre con una grande partecipazione e l´intervento di sindacalisti e parlamentari, fra cui alcuni dei firmatari della presente interrogazione;

    che varie forze politiche e sociali e la stessa curia di Bergamo stanno attivamente intervenendo per impedire la chiusura dello stabilimento;

    che tale chiusura e delocalizzazione vengono motivate dall´imprenditore in base alla convenienza economica per l´imprenditore stesso a causa del minor costo del lavoro del Paese ove l´azienda venisse delocalizzata;

    che tali libere scelte imprenditoriali non possono però essere assunte a prescindere o in aperto e conclamato contrasto con l´interesse generale, come disposto dagli articoli 41 e 42 della Costituzione;

    che l´eventuale chiusura della ”Donora” rappresenterebbe un gravissimo colpo per la tenuta del tessuto industriale del Bergamasco, già colpito pesantemente dalla chiusura di diverse aziende operanti in vari settori produttivi,


    si chiede di sapere come i Ministri in indirizzo intendano urgentemente intervenire presso i soggetti interessati per consentire un accordo che escluda la delocalizzazione della produzione, garantisca il lavoro ai 380 dipendenti, si ispiri ai principi della Costituzione della Repubblica.

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