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  • 20 settembre 2005 - Atto n. 4-09350 - Rinconferma di Caputi negli organi della società di Sviluppo Italia

    Seduta n. 864

    LABELLARTE , BISCARDINI , CASILLO - Al Ministro dell´economia e delle finanze. -
    Premesso:

    che sono scaduti gli organi della società Sviluppo Italia, le cui azioni sono interamente possedute dal Ministero dell’economia e delle finanze;

    che la assemblea dei soci per le nomine del Consiglio di amministrazione, presidente e amministratore delegato, dopo numerosi rinvii, è fissata per il 22 settembre 2005,


    si chiede di conoscere:

    se l’amministratore delegato uscente Massimo Caputi verrà riconfermato nella carica pur in presenza di altri incarichi presso diverse società pubbliche e private che lo renderebbero incompatibile con le regole di governance introdotte recentemente dallo stesso Ministero dell’economia e delle finanze, prevedenti precisi limiti al cumulo di incarichi in capo agli amministratori di società possedute da quest’ultimo;

    se risponda a verità quanto in più occasioni riportato dalla stampa, secondo la quale il dottor Caputi verrebbe nominato presidente della società Sviluppo Italia, affiancato da un amministratore delegato di sua fiducia, onde consentirgli di continuare la attività di gestione della società senza rinunciare agli altri incarichi, in violazione della disciplina sulle incompatibilità di cui sopra;

    se in tale ultima ipotesi si ritenga compatibile con la legge e con il principio di buona amministrazione la scelta di un amministratore delegato che, anziché per requisiti di capacità e merito, sia individuato quale fiduciario del dottor Caputi, concordando con il destinatario di regole, poste nell’interesse generale, modalità e criteri che consentano di aggirare le regole stesse;

    sulla base di quali considerazioni il dottor Caputi venga eventualmente riconfermato negli organi della società Sviluppo Italia, attesi i deludenti risultati della gestione uscente, allo stesso pressoché totalmente ascrivibili stanti le deleghe amplissime conferitegli, deludenti risultati unanimemente evidenziati sia dalla stampa e dagli osservatori sia dalle organizzazioni imprenditoriali, in specie Confindustria.

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