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  • 22 settembre 2005 - Intervento in Senato sulle dimissioni di Siniscalco

    Le dimissioni del ministro Siniscalco hanno inferto un colpo mortale alla credibilità del Governo, soprattutto per le motivazioni di totale dissenso sulla linea politico-economica e per le divisioni emerse all´interno della maggioranza in occasione del dibattito sul disegno di legge per la tutela del risparmio. Poiché è incontrovertibile l´incapacità della maggioranza di fornire risposte adeguate alle esigenze del Paese, si augura che l´intero Esecutivo si dimetta per senso di responsabilità e per consentire il ricorso anticipato alle urne

    Non c´è dubbio che le osservazioni che stiamo svolgendo in questo momento sulle dimissioni del ministro Siniscalco rappresentino un momento di grave crisi politica nel Paese che non riguarda solo l´opposizione. Stiamo discutendone solo noi, ma dovremmo prendere atto che il problema riguarda tutti gli schieramenti politici presenti in questo Parlamento.

    Credo che queste dimissioni rappresentino un colpo mortale alla credibilità di questo Governo, ma se pensate che così non sia sarebbe opportuno, come è stato chiesto, che si venisse qui a dimostrarlo, chiarendo che vi sono le condizioni per uscire dignitosamente da una crisi gravissima.

    Le motivazioni sono nella lettera citata: «Non concordo quasi su nulla». Dietro quella frase ci sono due questioni di fondo: il fatto che al ministro Siniscalco è venuta meno in queste ore la fiducia dei partiti della maggioranza sulla sua proposta di legge finanziaria; il fatto che in questo Parlamento, in quest´Aula, in queste ore si è consumato un dibattito importante sui temi della Banca d´Italia, sulla difesa dei risparmiatori, sulla possibilità di uscire dignitosamente da uno scandalo, che è già scandalo, nel silenzio del Governo e nell´incapacità della maggioranza di dare una risposta adeguata.

    Riteniamo che il confronto in Parlamento sia un fatto naturale e dobbiamo affrontarlo con responsabilità. Se il Governo è in condizione di spiegarci come si esce da questa crisi nei pochi mesi che ci separano dal voto della prossima primavera, avremo modo di giudicare la linea di condotta che il Governo proporrà. Ma se non ci sono le condizioni, ci auguriamo che anche la maggioranza, per senso di responsabilità, si associ a quello che chiediamo da mesi e valuti l´opportunità di un voto anticipato nell´interesse del Paese, dando una dimostrazione di maturità e dimostrando che quanto può venire oggi dal Parlamento è una richiesta logica nell´interesse dei nostri cittadini e dell´economia del Paese.

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