Mondoperaio
Associazione Riaprire i Navigli



  • 13 luglio 2005 - Atto n. 4-09076 - Sgombero del campo nomadi abusivo di Via Capo Rizzuto

    Seduta n. 842

    DALLA CHIESA , PILONI , BISCARDINI , MALABARBA , CORTIANA , RIPAMONTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -
    Premesso che:

    nella città di Milano all´alba di mercoledì 29 giugno 2005 vigili e agenti sono intervenuti su ordine del Comune per sgomberare il campo nomadi abusivo di via Capo Rizzuto e le ruspe dell’AMSA hanno raso al suolo le baracche che ospitavano circa 450 persone;

    la radicalità di tale sgombero e la mancanza di soluzioni alternative per la sistemazione delle famiglie regolari allontanate ha sollevato perplessità e preoccupazione in città e critiche da parte di associazioni che lavorano a contatto con i rom e da parte dei consiglieri comunali dell´opposizione a Palazzo Marino;

    la popolazione del campo si è sparpagliata: pare che almeno 300 immigrati, probabilmente irregolari, siano di fatto scomparsi, che quelli in possesso di passaporto abbiano raggiunto dei parenti e che altri si siano invece sistemati nel campo di via Triboniano, mentre circa 70 cittadini rumeni regolari sono stati accolti per la prima notte sui mezzi della Protezione Civile della Provincia di Milano;

    giovedì 30 giugno il Consiglio comunale ha votato a larga maggioranza una mozione che chiedeva l’immediata apertura per i giorni successivi dei locali della Protezione Civile di via Barzaghi, vuoti e di norma destinati proprio alle emergenze;

    il giorno dopo la giunta comunale ha disposto l´allontanamento delle famiglie dalla sede della Protezione Civile, riaccogliendole solo per le notti, fino all’11 luglio;

    l’appello per una ulteriore proroga non ha ottenuto risposta e gli immigrati regolari sono ora ospiti provvisoriamente nella Casa della Carità di don Virginio Colmegna (struttura che però ospita già circa 80 persone emarginate e senza fissa dimora);

    il consigliere comunale Andrea Fanzago - che ha seguito personalmente la vicenda - ha sottolineato che tra di essi c´erano 33 bambini, di cui uno disabile motorio e uno con problemi relazionali gravi, e si è sentito rispondere dall´Assessore alla Sicurezza Guido Manca che in questo caso non si può parlare di emergenza umanitaria, in quanto per emergenza umanitaria si intende quella generata dalle condizioni climatiche, e in particolare dal freddo;

    ancora non si intravede un accordo per porre fine al problema, nonostante gli interventi della Provincia e di diversi consiglieri comunali, del prefetto Bruno Ferrante e del questore Paolo Scarpis, e nonostante l´offerta dell´imprenditore Marco Cabassi che ha messo a disposizione un terreno extraurbano di sua proprietà,


    si chiede di sapere:

    se il Presidente del Consiglio sia a conoscenza di tali fatti;

    se ritenga che decine di bambini senza una dimora non rappresentino un´emergenza umanitaria;

    se in una simile situazione lo stabile della Protezione Civile non possa e anzi non debba essere adibito ad ospitare temporaneamente persone in difficoltà, in attesa di una soluzione logistica adatta e definitiva scelta dalle autorità competenti;

    se la realizzazione degli sgomberi senza previo studio di un progetto di accoglienza a lungo termine non serva a spostare i problemi o a crearne di nuovi, anziché garantire soluzioni civili, ordinate ed efficaci.

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